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Ca’Brione, il bianco valtellinese di Nino Negri che non ci si aspetta

Un famoso proverbio africano dice che lo straniero è come un fratello che non abbiamo mai incontrato. In questo caso mai bevuto.

Lo straniero in questione è il CA’ BRIONE, un vino bianco prodotto da NINO NEGRI nel cuore della Valtellina, terra di grandi rossi, di grandi nebbioli.

La storia ci dice che i bianchi prodotti su suolo valtellinesi non sono mai stati tanti né tantomeno sono ricordati per classe e finezza; qualcuno si ostina a picchiarci il muso con l’obiettivo di dare una scelta in più ai propri clienti, qualcun altro insegue il Graal di un’eccellenza senza tannini né colore. 

Casimiro Maule, direttore ed enologo della Nino Negri, valtellinese d’adozione ma trentino di nascita (anch’egli uno straniero) ha invece visto la possibilità di portare nella lunga vallata lombarda i noti vitigni internazionali Sauvignon Blanc e Chardonnay, oltre al suo amato e trentino Incrocio Manzoni; tutti e tre, insieme al Nebbiolo (da queste parti chiamato Chiavennasca) vinificato in bianco, danno vita a questo grande vino bianco, che un po’ timidamente cerca di ambientarsi e di imparare la lingua non semplice della Valtellina.

Ci sta provando dal 1986, prima annata di questo storico vino, con uve provenienti da vigneti posti su terreni franco sabbiosi e sassosi, nei comuni di Teglio, Chiuro e Tresivio, a circa 400 m sul livello del mare; le uve subiscono un leggero appassimento in vigna ed in cantina (circa 15 giorni) dopodichè si passa ad una vinificazione di ogni singola uva (la chiavennasca è vinificata in bianco) con pressatura soffice, poi avviene il blend (di cui l’azienda non rivela le percentuali) a cui seguono fermentazione e affinamento in barrique di rovere francese di primo e secondo passaggio, per 8 mesi con battonage settimanali.

Il vino ricade sotto la denominazione IGT Terrazze Retiche di Sondrio.

In un’occasione (di lavoro) unica mi è capitato di assaggiare e confrontare 4 grandi annate dello straniero: 2008-2010-2012-2014.

CA’ BRIONE 2014: annata piovosissima, molto difficile e irregolare, ma il vino, seppur giovane e molto molto fresco, sembra non averne risentito dal punto di vista della finezza. Galoppano i caratteri verdi del Sauvignon Blanc, smussati dall’affinamento (eccellente) in legno. Voto 87 

CA’ BRIONE 2012: inverno asciutto e secco, estate regolare salvo una grandinata a metà luglio, che non ha rovinato la qualità di questo eccellente millesimo ma ne ha minato la quantità; si è infatti resa necessaria una cernita manuale delle uve per tenere alto il livello. Colore giallo paglierino carico, naso agrumato e bocca piena, grande sapidità e chiusura lunghissima. Voto 90

CA’ BRIONE 2010: la 2010 è stata un’annata standard, regolare, dove la qualità delle uve non è stata intaccata da eventi atmosferici avversi; il risultato è un colore dorato fantasticamente intenso e vivo, profumi floreali e agrumati, con note speziate e vanigliate, dove lo chardonnay sembra uscire più delle altre uve e si ritrova in bocca con una morbidezza setosa ed avvolgente ma con un nervo vivo e ancora stuzzicante. Voto 92

CA’ BRIONE 2008: anche questa un’annata standard, senza troppe negatività, col vino che si ritrova nel bicchiere avvolto in un mantello dorato. Rispetto all’annata 2010 sembra essere arrivato al capolinea della sua vita in bottiglia, ma ha ancora un’ottima freschezza e soprattutto grande sapidità che lo rendono bevibilissimo e molto apprezzabile; voto 88.

Alla fine della degustazione, molto molto soddisfacente, sono giunto alla conclusione che lo straniero va accolto, aiutato a integrarsi e a crescere, perché anche se sembra diverso può dare grandi risultati. Una lezione non soltanto di enogastronomia ma anche di vita, soprattutto con le dinamiche che oggi ci circondano. 

https://www.gruppoitalianovini.it/index.cfm/it/brand/nino-negri/




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